Cos’è lo storytelling

Storytelling, una parola spesso utilizzata, ma di cui non sempre si conosce il reale significato. Il termine inglese, ampiamente sfruttato anche nella lingua italiana, indica essenzialmente l’atto di narrare, il racconto, quella necessità primordiale insita in ogni essere umano che dalla notte dei tempi lo spinge a creare storie destinate a diventare testimonianze scritte oppure orali utili al resto della società. Contemporanea o a lui successiva. L’arte di raccontare è infatti vecchia come il mondo. E serve a catturare l’attenzione dell’audience che si ha di fronte, fisicamente o virtualmente.

Raccontare una storia che crea un legame

La traduzione letteraria dall’inglese all’italiano è proprio “raccontare una storia”. Lo storytelling è uno strumento per comunicare che sfrutta non solo le parole, ma anche il pensiero narrativo, organizzando le informazioni per trasmettere conoscenza, per informare, per raccontare, per suscitare emozioni, per creare legami o semplicemente per intrattenere. Si parte di solito dall’esperienza personale, si arricchisce la narrazione di espressioni che siano in grado di spiegare bene il proprio percorso narrativo e si crea un legame con chi si è messo in ascolto.

Lo storytelling è anche coinvolgere

Il fine ultimo, infatti, è quello di coinvolgere l’audience individuato per veicolare le informazioni base che si vogliono comunicare. Dal mondo della narrativa o dello spettacolo (come il teatro o il cinema) al marketing e alla comunicazione aziendale il passo è stato breve, per una modalità di presentazione del proprio lavoro che si è rivelata molto efficace e che è in grado di raggiungere con facilità il target di riferimento.

Lo storytelling è emozione

Di fatto lo storytelling può essere sfruttato in ogni ambito comunicativo e ogni volta in cui ci sia un’occasione di trasmettere informazioni. Anche quando si vuole raccontare la propria azienda e cosa fa o si vuole spiegare da dove nasce l’idea di un nuovo brand. Una narrativa emozionale, volta a presentare il proprio campo di interesse e a coinvolgere, utilizzando le parole giuste e le immagini mentali perfette.

corporate storytelling
Foto di Ian Schneider su Unsplash

Definizione di corporate storytelling

Per ogni azienda raccontare la propria storia dovrebbe essere la mission principale. Non solo per permettere ai potenziali acquirenti (di prodotti o di servizi) di conoscere chi si ha di fronte, ma anche per dare valore al prodotto stesso. Il corporate storytelling è l’arma vincente del brand che ha scelto di aprirsi al mondo.

Raccontare chi si è: questione di fiducia e conoscenza

Il cliente deve poter conoscere l’azienda alla quale ha deciso di affidarsi. Per comprendere se i prodotti o i servizi proposti fanno al caso proprio. Ma anche per comprendere se la filosofia aziendale che sta alle basi di ogni decisione del gruppo è nelle proprie corde. È tutta una questione di fiducia e di conoscenza. Lo storytelling è in grado di fornire al potenziale acquirente, tramite le parole veicolate sul sito, sui social, nelle email inviate, la chiave di accesso alla propria attività. Per entrare in empatia sfruttando il racconto emozionale e la narrazione esperienziale.

Per ogni azienda può essere un utile strumento per raccontare in maniera trasparente ed efficace la propria identità, ma anche per mostrare appeal al target di riferimento e per fare un’ottima prima impressione.

Come fare storytelling aziendale

Lo storytelling non si può improvvisare. Devono esserci alle spalle una progettazione e una programmazione che seguono delle regole ben precise, che di solito un buon comunicatore sa suggerire all’azienda, al brand o alla persona che ha deciso di affidarsi a un professionista per raccontare la storia del proprio progetto.

  • Capire chi è il target di riferimento.
    Questo è il primo punto imprescindibile da tutto il resto. Dobbiamo sapere per prima cosa a chi stiamo comunicando la nostra narrazione e avere bene in mente il nostro pubblico senza dimenticarci mai chi è.
  • Capire cosa si vuole comunicare.
    Anche questo aspetto è fondamentale, anche se potrebbe sembrare banale. Bisogna avere bene a mente i concetti che si vogliono trasmettere, le informazioni che si devono passare, le emozioni che si è deciso di suscitare nell’audience di riferimento. E non perdere di vista l’obiettivo, dall’inizio alla fine.
  • Utilizzare un tono sincero, senza usare troppi giri di parole.
    Il racconto deve essere per prima cosa credibile e reale. Non usare troppi giri di parole, ma fidelizzare il target permettendogli di entrare nel proprio mondo con trasparenza.
  • Rispettare sempre le 5W del giornalismo.
    Chi (il protagonista dello storytelling), Cosa (quello che succede), Quando (per contestualizzare a livello temporale gli eventi), Dove (per contestualizzare a livello geografico la narrazione), Perché (per spiegare all’ascoltatore i motivi per cui quella storia potrebbe interessargli).
  • Sfruttare la parole e il tono di voce.
    Per creare emozioni e spingere il target di riferimento a ricreare nella sua mente la storia che gli stiamo raccontando. Bisogna coinvolgere il più possibile tutti i sensi, per attivare meccanismi che siano in grado di coinvolgere a 360 gradi chi abbiamo di fronte. Mostrare con le parole.
storytelling aziendale
Foto di Dylan Gillis su Unsplash

Corporate storytelling, esempi di successo

Esempi di storytelling di successo ce ne sono molti. Ma ce n’è uno che forse è quello che riesce meglio a spiegare cosa vuol dire saper raccontare bene la propria azienda e il proprio prodotto.

Coca-Cola è stato il primo brand a credere nella narrazione aziendale, con una comunicazione sempre originale, al passo con i tempi e dall’alto grado emozionale. Sin dai tempi della prima pubblicità con protagonista Babbo Natale che ha saputo entrare nelle case degli americani e non solo, fino alle storie raccontate più recentemente che promuovono un prodotto che in realtà non è una semplice bibita, ma un brand del quale fidarsi e del quale innamorarsi. Perché ispira fiducia e trasmette valori come la felicità, la condivisione, l’unione, la tolleranza, l’apertura all’altro.

I grandi colossi internazionali come Coca-Cola, m a anche Ikea, Ferrero, Apple hanno fatto dello storytelling il loro codice narrativo prediletto per raggiungere direttamente il cuore dei clienti già fidelizzati e di quelli ancora da conquistare. Ma anche le piccole e medie aziende hanno dimostrato di aver compreso l’importanza di un buon racconto aziendale. Collesi è un birrificio artigianale marchigiano che ha puntato molto sull’esperienza, sul coinvolgimento di tutti i sensi, sulle emozioni, per raccontare i prodotti e la storia del brand.

Rimaniamo nelle Marche per il brand Patatas Nana, vincitore del Barawards 2020, Premio Innovazione dell’anno nella categoria Food, per un proprio prodotto di punta. La narrazione del marchio ha permesso in breve tempo di essere letteralmente sulla bocca di tutti, anche grazie a un approccio che ha sempre puntato sulla trasparenza e su un racconto mai banale.

Cartoni, invece, è un’azienda romana che realizza supporti per camere cinematografiche. Una campagna di successo ha raggiunto migliaia di visualizzazioni, pur non presentando alcun prodotto. Ma la passione che ogni dipendente del gruppo mette nel suo lavoro, per dare un volto umano e suscitare emozioni. Infine, il tour operator lombardo The Gira, specializzato in viaggi in Ape Calessino, ha saputo sfruttare le potenzialità dei social con un racconto che ha coinvolto ambassador che hanno creato uno storytelling da manuale.

Perché quando si narra il lavoro della propria azienda bisogna sempre identificarsi nel proprio target di riferimento. E offrire una narrazione che l’ascoltatore possa far sua, come se fosse parte di quel mondo.